Il volo del Gufetto

Tanti non lo sanno ma ho avuto l’onore di scrivere sul blog di Giovanni Ronco “tranironco.it“, con una mia Rubrica “Il Gufetto a Km Zero”.

Come dicevo, oltre che un onore è stato un piacere comunicare con un ampio numero di miei Concittadini, anche se il mio cuore resta qui in Martelblog.

Il primo articolo pubblicato l’ho dedicato ad una Grande Persona: Don Tommaso Palmieri.

Il post è risultato condiviso su Facebook da quasi 500 persone… è già, sono in tanti che lo ricordano.

Sono seguiti e seguiranno altri post su tranironco.it, fino a quando il simpatico Padrone di Casa (Giovanni) vorrà.

A me non resta che trovare argomenti interessanti da trattare.

Naturalmente, Martelblog non andrà in liquidazione!

Quindi, restate connessi su tranironco.it e Martelblog.

Cercasi visione, astenersi visionari

A volte mi fermo a contemplare le bellezze della Città in cui amo vivere e mi pongo sempre la stessa domanda:

Ma qual è l’Anima di Trani?

Non è una domanda retorica o accademica, ma è indispensabile per definire i confini del agire politico-gestionale.

Trani ha dimostrato nella sua Storia di avere un’Anima caleidoscopica, dove ritroviamo l’Agricoltura, l’attività Marinara, l’Artigianato, il Commercio, il Turismo, l’Industria e la Solidarietà.

Però nessuno di questi aspetti ha mai predominato sull’altro, anzi, spesso hanno convissuto insieme con pesi diversi a seconda dell’epoche storiche.

Inoltre, se guardiamo al passato della Città notiamo che tutte queste attività hanno avuto sempre un comune denominatore: l’innovazione e l’approccio futurista.

Ne sono esempio gli Statuti Marittimi, che hanno offerto le basi per la formazione del Diritto Italiano alla Navigazione; la Cattedrale, che rappresenta l’edificio più bello e celebrato del romanico pugliese; Giovanni Bovio, Repubblicano e attento alla difesa dell’umile e del bisognoso; Veldemaro Vecchi, Pioniere dell’editoria e della cultura in Puglia; per non dimenticare che nel 1893 Trani fu la prima città della Puglia ad essere illuminata ad energia elettrica e nel 1908 veniva creata l’Azienda Elettrica… e chissà quante altre cose che per ignoranza (la mia) e per distrazione (sempre la mia) ho omesso.

Oggi, in piena crisi economica e morale, Trani ha l’opportunità di svolgere il ruolo di “apri pista”, grazie alla sua Anima Innovativa e Futurista, diventando una delle prime Città dell’era post-petrolio e dell’economia dell’abbastanza.

Dove per “post-petrolio” si deve intendere una Città di transizione (non un eco-villaggio), dove la transizione non dovrà essere una moda passeggera ma che faccia sorgere in noi la consapevolezza dell’utilità del risparmio delle risorse energetiche, della tutela e valorizzazione del territorio e del recupero del patrimonio architettonico esistente; tutte obiettivi che contribuiscono ad aumentare i posti di lavoro.

Dove per “economia dell’abbastanza” si deve intendere una modus vivendi che porta i Cittadini ad accontentarsi di un insieme finito di bisogni, agendo solo in base a ciò di cui hanno necessità e senza cercare nuovi Bisogni che, spesso non fanno che trasformarli in servi del lusso, del superfluo, dell’apparire invece dell’essere.

Per fare tutto questo dobbiamo partire da quello che abbiamo: il nostro patrimonio ambientale, artistico e culturale; la vocazione artigianale ed alla produzione di qualità; la naturale predisposizione all’incremento dell’uso delle tecnologie; la consapevolezza che lo sviluppo economico porta occupazione e risorse per la promozione sociale.

Ma anche arrivare a ciò che non abbiamo: una Città che curi i servizi pubblici come strumento di benessere collettivo; una Città in cui l’amministrazione funzioni al servizio dei cittadini paritariamente considerati; una Città in cui tutti partecipino alla vita pubblica per manifestare le proprie aspirazioni e ricercare gli interessi comuni; una Città che non dimentichi che deve essere gradevolmente vissuta da residenti ed ospiti di tutte le età.

Insomma, come Cittadini dobbiamo cambiare “la capa” e non i “Capi” solo perché ne abbiamo un tornaconto personale.

Auguri ai Dipendenti dei Corruttori

Un augurio speciale voglio dedicarlo ai dipendenti di quelle Aziende, che nell’arco del 2015 hanno corrotto per garantirsi il proprio benessere a discapito di chi ha gioca pulito.

Questi dipendenti stasera brinderanno all’anno nuovo, dimenticando che il loro stipendio, aumentato dalla tredicesima, è frutto solo di un inganno.

Magari disquisiranno con i loro ospiti che in Italia è tutto uno schifo ed un “magna-magna”, posizionadosi in quella parte della Popolazione onesta e laboriosa… ma non è così.

Chi è consapevole che la propria azienda corrompe per vincere le commesse o per piazzare al meglio il proprio prodotto, è complice dei Corruttori.

Cari Dipendenti dei Corruttori, fate bene a festeggiare perchè quest’anno vi è andata di lusso, ma cosa accadrà nel 2016 quando il vostro Capo-Corruttore incontrerà uno che corromperà più di lui?

Già perchè la corruzione è un’asta a chi offre “di più” in termine di danaro e “di meno” in dignità, dove non vince mai il migliore.

Simpatici Dipendenti dei Corruttori, state sereni e felici che la dignità l’avete persa nel 2015 e nel 2016…

Cluedo natalizio

Pensavo…

Certo che tra pastori scomparsi, furti al presepe, incendio misterioso ed un assessore con le mani nei capelli (che non ha), abbiamo avuto delle Festività Natalizie movimentate.

Però, potrebbe essere l’idea innovativa per il Natale 2016.

Immaginate: l’8 Dicembre si innaugura il Presepe in Piazza, nascondiamo il bue o l’asinello (a seconda del messaggio politico che vogliamo dare)  e passiamo le vacanze natalizie ad indagare sulla scomparsa.

Non male, il primo Cluedo Natalizio in scala naturale.

Volontariato, il Partner migliore nelle Gare d’appalto

Il Consiglio di Stato con la Sentenza n. 5249/2015 del 17/11/2015 è tornato ad occuparsi della possibilità delle organizzazioni di volontariato di concorrere nell’affidamento degli appalti pubblici per l’affidamento di servizi.

I Giudici di Palazzo Spada, confermando l’orientamento maggioritario in giurisprudenza che ritiene possibile la partecipazione di una organizzazione di volontariato a gare ad evidenza pubblica, hanno stabilito la possibilità di impiegare personale volontario per l’espletamento dei servizi oggetto di appalto.

In teoria tale Sentenza potrebbe mettere in pericolo la par condicio tra i concorrenti, nel caso in cui tra di loro ci sia una organizzazione di volontariato, consentendo a quest’ultima l’impiego di personale volontario con la conseguente formulazione di un’offerta economica più vantaggiosa rispetto ai soggetti ‘‘lucrativi’’.

Ma tale pericolo, secondo me, non sussiste se contestualmente si prende in considerazione l’ordinanza n.23890 del 23/11/2015 dalla Cassazione.

Infatti, la Suprema Corte ha stabilito l’illegittimità dei rimborsi con criteri forfettari da parte dell’associazione di volontariato ai propri associati, prevedendo solo rimborsi a seguito di “spese documentate”; in questo modo, i Giudici hanno voluto impedire che i “rimborsi forfettari” potessero mascherare l’erogazione di un compenso.

Pertanto, i soggetti profit non dovranno vedere nelle organizzazioni di volontariato dei competitor pericolosi, ma piuttosto dei validi partner per migliorare la qualità dei propri servizi e redigere delle innovative offerte tecniche con costi contenuti.

Vado contro l’UNITALSI #sischerza

Sono d’accordo al 50% su quanto evidenziato dall’amico Presidente dell’UNITALSI di Trani Tonino Lacalamita sul blog TraniRonco.it.

Concordo che tutti i Soggetti No-Profit, ma proprio tutti, usano il periodo temporale delle festività natalizie per reperire fondi per la propria sostenibilità, ma il Presidente si limita ad ironizzare sui “Cittadini che “si sono fatti furbi”, senza approfondirne le ragioni.

Se i Cittadini fuggono come le renne di Babbo Natale è anche colpa nostra, visto l’approsimazione con cui noi (Operatori No-Profit) concepiamo la raccolta fondi.

Ora, escluso i presenti (virtuali), sono poche le Organizzazioni che hanno un approccio efficente ed efficace nel reperire i fondi, che significa avere sempre un canale comunicativo attivo con i propri Donatori, iniziando sul “come” sono stati impiegati i soldi raccolti.

Sia chiaro, non è che la mancata informazione è sintomo di “truffarella”, ma piuttosto indice di non voler impiegare risorse economiche per l’informazione, considerandola inutile e antieconomica per l’Associazione stessa.

Invece, quella mancata informazione genere nei Cittadini-Donatori il concetto “siete tutti uguali, perché tutti cercate soldi”, che produce meno donazioni e di conseguenza meno informazioni, in un continuo e deleterio circolo vizioso.

Quindi, all’Amico Presidente consiglio di promuovere un Fundraising professionale, magari consigliando la lettura del Manifesto per un nuovo Fundraising, recentemente pubblicato.

E magari sarà tre volte natale e festa tutto l’anno