Da Civati a Civoti: la nostra candidatura collettiva

 

Cara elettrice, caro elettore,

oggi ti hanno detto che Civati ha vinto il confronto su Sky con gli altri candidati del Partito Democratico.E’ vero, ha vinto, ma soprattutto abbiamo vinto tutti noi (e con noi ha vinto anche il Partito Democratico).

Perché finalmente, su quel palco, sono state dette parole chiare sulla fine delle larghe intese, sull’urgenza di una nuova legge elettorale con cui tornare alle urne già nella primavera del 2014.

Sono state dette parole chiare sulla laicità: matrimoni ed adozioni per le famiglie omosessuali, da fare senza ipocrisie, e con una maggioranza alternativa che su questo tema in Parlamento c’è già.

Sono state dette parole chiare sul reddito minimo di cittadinanza, che è legge in ogni Paese Europeo.

Dobbiamo essere più radicali, più netti più precisi. Chiamare le cose con il loro nome, e coinvolgere i cittadini nelle nostre scelte. Perché inseguire il centro politico è uno schema sbagliato, che ci ha fatto sempre perdere le elezioni.

I giornali e i lettori hanno premiato la nettezza delle posizione di Giuseppe Civati, come ha detto Marco Castelnuovo della Stampa. Filippo Ceccarelli di Repubblica parla dell’”antitelevisione che rimane impressa“: stile e soprattutto argomenti sono stati apprezzati dai critici e dai sondaggi, a partire da  il Sole 24 Ore, poi Corriere della SeraLa Stampa e la Repubblica, che parlano di effetto sorpresa per il terzo incomodo, che fa saltare lo schema precostituito dell’eterno dualismo sin qui raccontato dai media.

Abbiamo sotto gli occhi cosa è diventato il Partito Democratico in questi anni, sbiadito nei principi, prosciugato nei consensi, confuso in larghe intese permanenti.

A tutto questo quale deve essere la nostra risposta? Quella di continuare a confonderci con questa destra, oppure quella di tergiversare ancora per un anno affidandoci agli Alfano o ai Giovanardi? Giuseppe Civati ha detto parole chiare su questo Governo, la cui azione è insufficente, e sul Pd, eccessivamente timido e titubante.

A questa quotidianità sempre più dura dobbiamo dare risposte radicali, rischiando e assumendoci le nostre responsabilità fino in fondo.

Negli ultimi anni abbiamo rischiato sempre troppo poco, per questo abbiamo sempre perso, salvo poi mettere nei pantheon le grandi personalità politiche del passato. Noi vogliamo sostenere chi fa politica oggi, e la fa bene.

Civati si è smarcato dalla citazione di chi non c’è più, citando due esempi per l’oggi e il domani, come il nuovo sindaco di New York Bill De Blasio e l’ex sindaco anti ‘ndrangheta di Monasterace Carmela Lanzetta, che per ora non va in nessun pantheon polveroso, ma nelle nostre liste per l’Assemblea Nazionale del Pd.

Abbiamo seguito questa linea nella composizione delle liste, che ci ha visto primi nella compilazione e nella presentazione, e ultimi a finire nelle cronache dei giornali per risse e polemiche.

Abbiamo il completo appoggio di Fabrizio Barca che su twitter ha scritto: “voto per cambiare il Pd. Davvero. E che un Civati forte rende più difficile un inciucio per non cambiare nulla”.

Insieme a Maria Carmela Lanzetta, abbiamo tra le nostre file Corradino MineoFelice Casson,Walter TocciElly Schleyn, tra le fondatrici di Occupy Pd, che vede in Civati, “l’unico politico che ha messo in pratica il cambiamento, prendendo le migliori competenze nei territori, girando come un pazzo, mettendole a discutere”.

Poi Elena Gentile capolista a Foggia, impegnata in una sfida entusiasmante contro Massimo D’Alema. E ancora: Mirko Tutino, l’assessore di Reggio Emilia che si è battuto per la chiusura dell’inceneritore; l’economista Filippo Taddei della Johns Hopkins University di Bologna, che vede nella mozione Civati “l’unica che parla apertamente dell’introduzione di un contratto unico di inserimento lavorativo e di universalizzare la tutela della disoccupazione”.

Nessuno dietro, molti davanti. Questo slogan che accompagna Civati da diversi mesi è tangibile in questi volti, in queste esperienze, in queste personalità autenticamente democratiche, competenti e profondamente oneste.

Votare Civati alle Primarie dell’8 dicembre significa votare un Segretario che dice basta con questa rassegnazione che ci fa accettare di tutto, dai 101, al governo con la Destra, agli F35, alla Tav. Nella logica dell’eterna rincorsa al ribasso.

Votare Civati significa votare per la speranza, per la possibilità, per il cambiamento di questa classe dirigente, di questa Sinistra e di questo governo del Paese.

Fonte: noreply@partitodemocratico.it

Quando uno è trasparente

Oggi scade il termine per presentare la lista degli aspiranti  componenti dell’Assemblea Nazionale PD collegati ai Candidati Segretari Nazionali, con Renzi e Cuperlo in grande difficoltà “a fare sintesi” tra le varie correnti che animano (o possiedono?) i rispettivi “comitati elettotali”.

Mentre Civati, tranquilamente, è avanti (anche lì!) nella compilazione della sua lista…

articolo(Estratto dell’articolo su l’Unità di oggi)

Segui il Gatto…

“E’ il gatto che dobbiamo seguire, perché il gatto è la passione politica, e la passione per le missioni impossibili”. Con la storia del “Gatto con gli stivali” Giuseppe Civati alla Convenzione del Partito Democratico strappa un sorriso e richiama tutti a proseguire questo entusiasmante percorso carico di passione e impegno, che ci porta fino alle primarie dell’8 dicembre.

Civati ieri alla Convenzione Pd, qui: http://youtu.be/cWYOM_dF85g

Una sfida quella delle primarie del Partito Democratico che ha al suo interno altre mille sfide. La prima è quella della partecipazione, “dobbiamo portare a votare tre milioni di persone, il successo di ognuno di noi sarà decretato da quante persone andranno a votare”. Poi il coinvolgimento delle migliori tradizioni politiche del nostro Paese, da quelle storiche come i Verdi di Alex Langer, a Sel, “che voglio con noi alla prossima convenzione”, ha ribadito Civati. E magari ci saranno anche Romano Prodi “a cui il 9 mattina presto voglio ridare la tessera del 2014 del Pd” e Stefano Rodotà.

Perché il Partito Democratico è l’unico partito dove si può discutere, dove ci si può confrontare. Lo ribadisce con orgoglio Civati, che non risparmia critiche al suo partito. Dalle larghe intese “in cui il Pd ha assunto su di sé un peso troppo grande”, alla mancanza di coraggio e coerenza, all’incertezza nella riforma elettorale.

Poi la timidezza verso il potere economico e l’indifferenza nei confronti dell’indignazione montante di un Paese sempre più in sofferenza e spaccato in due: nord e sud, anziani e giovani, uomini alle prese con la questione maschile e donne, poveri che pagano tasse più alte dei ricchi.

Civati ieri alla Convenzione Pd, qui: http://youtu.be/cWYOM_dF85g

“Abbiamo bisogno di un Partito Democratico grande, che risponda a questa difficile realtà con uno schema politico più coraggioso e ambizioso”. Un Partito Democratico che passi all’azione, che scelga le cose da fare, e che ci porti alle elezioni politiche nel 2014 con una classe dirigente nuova.

La sfida del futuro è la rappresentanza, in Italia e in Europa, e di questo ci dobbiamo preoccupare, di costruire ponti di relazioni e di parole nuove. Il percorso che abbiamo intrapreso con Giuseppe Civati è ricco di parole che la sinistra in questi anni ha voluto sbiadire. Partecipazione, uguaglianza, coraggio. Vogliamo che tornino a scorrere nelle vene di questo Partito. Per cambiare la storia della sinistra, e per cambiare la storia di questo Paese.

ANCHE TU CIVOTI?

Fonte: newsletter@civati.it