I Lavoratori, quelli brutti sporchi e cattivi

Con la frase “L’Imprenditore deve essere libero di licenziare” Renzi ha svelato chi sono le persone che detengono i “poteri forti”.

Sono i Lavoratori, quelli che ostacolano l’attività nelle imprese e, di conseguenza, gufano sul benessere dell’Italia.

Quei turpi individui che si alzano tutte le mattine (a volte anche il sabato e la domenica) con comodo e fanno colazione nella loro cucina da Mulino Bianco, che prendono al costo di pochi spiccioli i mezzi pubblici di trasporto comodi, spaziosi e puliti, che invece di lavorare leggono il giornale e giocano al computer.

Quei loschi personaggi che danneggiano l’impegno degli Imprenditori che, faticosamente e pagando le tasse, hanno sempre come unico obiettivo quello di dare un lauto stipendio ai propri dipendenti.

Bisogna difendere gli Imprenditori che per combattere i “Barbari-Lavoratori” erano costretti ad evadere le tasse, falsificare i bilanci, nascondere i capitali all’estero e trasferire le loro aziende in paesi dove ci sono i “Raffinati-Lavoratori”.

Ma se fossi Renzi sarei molto più duro, magari carcerando gli “Imprenditori-Traditori” che hanno venduto i propri beni per tenere a galla l’azienda evitando di licenziare i dipendenti, pagando le tasse (tutte) perché lo ritenevano un loro Dovere di Buon Cittadino, si sono rifiutati di trasferire la loro attività all’Estero per amore del proprio territorio che non volevano impoverire.

Ecco, i poteri forti sono nelle mani dei “Barbari-Lavoratori” e degli “Imprenditori-Traditori”…

Allora, giù botte!

Il Mistero della Mensa Tranese

Leggo con “viva e vibrante soddisfazione” che la Refezione scolastica inizierà (indicativamente) il 10 ottobre p.v..

Però della determinazione sottoscritta dal dirigente del settore Roberta Lorusso non capisco alcune cose…

1) Con tale determinazione si indice la gara e si approva il capitolato speciale d’appalto, ma non si affida il servizio in maniera provvisoria nelle more di espletare la procedura.

Quindi, dobbiamo aspettarci un’altra determinazione per l’affidamento provvisorio che consenta l’inizio del servizio nella data indicata dal Sindaco?

2) Una procedura con il “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa” prevede dei tempi superiori rispetto a quella con il criterio del “prezzo più basso”, considerato la necessità di espletare anche una valutazione tecnica dell’offerta.

Quindi, tenendo conto dei tempi per la presentazione delle offerte, quelli per la commissione di aprire le buste e valutare l’offerta, accertarsi dei requisiti del vincitore e procedere alla firma del contratto, il servizio potrà iniziare il 10 Ottobre p.v. in assenza di un’apposita determinazione per l’affidamento del servizio in maniera provvisoria?

3) La gara, che ricordo non è stata ancora pubblicata, prevede il servizio per il solo anno scolastico 2014/2015.

Di conseguenza, visti i tempi di tecnici per espletare e concludere la procura di cui al punto 2), l’eventuale ditta aggiudicataria difficilmente potrà fornire pasti per tutti i 130 giorni scolastici previsti in determina.

Quindi, quale Impresa sarà mai interessata e/o avrà la convenienza a parteciperà ad una gara del genere?

Nel PD solo posti in piedi

Qualcuno disse: Abbiamo fatto l’Italia, si tratta adesso di fare gli italiani.

Ecco, sostituite “PD” a “Italia” e “Democratici” a “Italiani” ed avrete la migliore analisi politica dei prossimi mesi.

Il problema sarà per quali ideali e progetti si “attiveranno” tutti questi “Democratici”, provenienti da ogni dove più attratti dal “sole nascente del vincente” che altro.

L’Italiano/a di Sinistra è un essere strano, facile ad innamorarsi ma più rapido nel chiedere “il conto” all’Oste.

Se oggi Forza Italia in crisi profonda e pur ridimensionata resta un unico pezzo, utile per ripartire; domani il PD nelle medesime condizioni “esploderà” in micro frammenti difficilmente da incollare tra loro.

Quindi, resta il dilemma se applaudire a chi entra/resta nel Pd per cercare di limitare i danni, oppure  osservare coloro che usciti/restati fuori dal Pd vorranno incrementare quell’area a Sinistra che non si sente rappresentata dal PD di oggi.

Che casino che è successo qua giù!

Sulle “non-dimissioni” della Spinelli ho letto quanto dichiarato dai “pro” e dai “contro”, ma nessuno delle due “tifoserie” mi hanno convinto.

Sarà che sono fatto all’antica, però non possiamo fare una campagna elettotale sulle promesse non mantenute dagli altri e poi fare come (peggio) di loro.

Certo, Barbara Spinelli avrà pure sbagliato a prendere quell’impegno “pre-eletorale”, ma non puoi cambiare idea nel “post-elettorale”.

Se poi aggiungi che con tale “incoerenza” hai “asfaltato” una parte della Sinistra, non è che puoi pretendere la serata sotto il balcone di casa.

Si dice che un gesto vale più di 1000 parole, ma in questo caso vale un’intera area politica… peccato perderla e spingerla verso il “buco nero dell’astensionismo”.

Quelli della Sinistra di mezzo tra Pd e l’astensionismo

Pare, ma io ci credo, che in tanti a Sinistra siano pronti ad entrare nel PD formato vincente/renziano.

La cosa mi fa sorridere, sia per la ri-ri-ri-ri-ri-riconferma dell’affermazione: “L’italiano vola in soccorso del vincitore” (citato in Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, Adelphi, p. 154); che per l’assoluta mancanza di contenuti alla base di tale voglia di “invadere” il PD.

Non entro nel merito delle scelte dei singoli, però non c’è un Politico  che si è posto il problema che su 49.256.169 di elettori in 28.908.004 (58,68 %) hanno deciso di votare.

Risultato: solo il 22,68% (11.172.861) degli Italiani ha votato PD!

Con un elettorato così liquido ed instabile, non starei molto tranquillo.

E’ sui fatti che il Politico di Sinistra deve avere conferme, prima di entrare con il cappello in mano nel PD.

Le riforme sbandierate rispettano i principi e le aspettative di coloro che in quest’ultimo ventennio si sono “astenuti nel votare centrodestra”?

Il cui “non voto” era non per mera antipatia verso Berlusconi, ma perché hanno verificato di persone che le leggi (tante) e le riforme (poche) avevano come scopo quello di tutelare e rafforzare l’interesse di una cerchia délite .

Se oggi la maggioranza delle ricchezze è concentrata nelle mani di poche “famiglie”, lo si deve anche alle politiche del centriodestra che, volutamente, hanno lasciato la mano libera al “mercato”.

Oggi che vuole fare “esattamente” il PD/Renzi?

Se devo prendere per buone le risposte un Senato “soprammobile” i cui membri sono eletti da pochi, una legge elettorale in cui l’elettore non ha alcuna discrezionalità per scegliere il proprio candidato e dove la rappresentatività è sacrificata sull’altare del “Partito Unico”, non vedo folle di persone di sinistra entusiaste.

Poi ci sono gli 80 euro, su cui nessuno sputa ma su cui molti si chiedono se saranno utili alla collettività, oppure all’egoismo dei singoli.

Troppo domande, tante slide e le risposte concrete?

In arrivo… forse.

La povertà è il vero parametro da abbattere

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La povertà è il vero parametro da abbattere.

In queste ore si sta lavorando al documento di economia e finanza e pare, a detta del ministro e del pirotecnico premier, che i conti tornino. Non tornano però sui dati dell’economia reale sui quali l’Italia rimane ancora un paese fuori dall’Europa, i cui cittadini e cittadine non dispongono di tutele e diritti sufficienti, a fronte di una notevole precarietà, e il Jobs act promette riduzioni ulteriori delle garanzie lavorative.

Serve una ripresa vera fatta di intervento pubblico mirato sulle piccole-grandi opere pubbliche come suggerito nel Green New Deal proposto da Marcon e Airaudo e con l’introduzione di un reddito minimo per chi un lavoro non ce l’ha. La riduzione della spesa pubblica deve servire a questo perché l’austerity sta lentamente prosciugando un Paese orami stremato.

Il nostro Paese scivola progressivamente verso la povertà. Se si mantiene stabile nel 2013 il dato delle famiglie e rischio povertà (19,4%) e quella quota che vive a bassa intensità di lavoro (10,3%) aumenta il numero delle famiglie povere al 14,5%. Questi dati fermi al 2013 indicano il progressivo slittamento della classe media verso situazioni di difficoltà economica e aumenta la slavina verso l’incapienza. L’impercettibile aumento del reddito disponibile che, si ricordi include una stima dell’economia sommersa, viene eroso dalla pur esile inflazione. Si aggiunga la ripresa della propensione al risparmio che altro non è una provvista, anch’essa molto debole, per fronteggiare futuri che continuano ad essere potenzialmente avversi.

Il welfare è ridotto a dimensione familiare: sono i pensionati a sostenere le necessità della popolazione più giovane che non trova lavoro (nel 2010 la povertà degli ultrasessantacinquenni è diminuita ma con un aumento degli indici di povertà globale secondo l’OCSE). Il ministro Padoan nella sua vita recente si è occupato di queste dinamiche e dovrebbe conoscerle bene ma non pare che questa sia l’urgenza del governo attuale.

La povertà quindi, come ricorda Oaxfam International nel suo ultimo rapporto sulle diseguaglianza, continua ad essere principalmente un problema di redistribuzione delle risorse: nel mondo la metà più povera possiede quanto le 85 persone più ricche. Un dato impressionante che ha evidenze anche nel nostro Paese con maggiori disparità proprio dove la povertà imperversa come nelle regioni del Mezzogiorno: Il 20% delle famiglie più povere detiene solo l’8% del reddito disponibile e altre un terzo di queste famiglie più povere vive nel Sud.