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Petizione on line “Democrazia nella Croce Rossa”

Molti di coloro che ricoprivano il ruolo di  “Vertici democraticamente eletti” sono stati mandati a casa in nome di un “cambiamento” tutto ipotetico e da venire, sostituiti da personaggi che nuovi non sono.

 

Ritengo che sia “un errore politico” creare “un governo dei pochi”, dove i Volontari  che nel silenzio quotidiano sacrificano affetti, tempo e denaro per degli Ideali non vengono ascoltati nei momenti importanti della vita associativa, restando rilegati al compito di onorare gli impegni che altri sottoscrivono.

 

Proprio perché non condivido queste scelte e voglio ridare la parola ai Volontari, anche se Vertice Regionale VDS – PUGLIA ho attivato una petizione on-line, con la consapevolezza che “metto sul piatto”  25 anni della mia Vita.

 

Questo è l’indirizzo della petizione: http://www.firmiamo.it/democrazia-nella-croce-rossa-italiana

Esame di coscienza… – 2^ Parte

Alla luce di quanto esposto nel precedente post, ritengo che mantenere la presenza di organismi sottratti dal controllo della Base operativa sarà, alla lunga, deleterio per l’organizzazione che utilizza la via dell’incarico fiduciario, poiché non consentirà mai alla Base di svolgere il suo ruolo di “controllo e verifica” e, di conseguenza, allontanare celermente chi è inadeguato, inopportuno ed inaffidabile.

Se poi a tutto questo aggiungiamo:

– un apparato amministrativo che non è in condizione di facilitare l’operato dei Volontari, anzi, spesso è un ostacolo;

– l’organizzazione è gestita più come se fosse un Soggetto Profit, con abbattimento dei costi e nuove entrate sostanzialmente basati, in modo prevalente, sul lavoro non retribuito dei Volontari, rinunciando a politiche gestionali più consone ad un Ente no-profit;

– la scarsa qualità o l’assenza di “servizi interni” a beneficio dei Soci-Volontari;

i timori per un  futuro migliore da Volontario aumentano.

Allora che si fa?

Puoi andare via, anche perché non è che sei “Volontario”  in quanto tesserato in una specifica associazione, ma sei “Volontario” nel DNA perché credi in valori e principi e non sarà certo il colore di una divisa che ti potrà trasformarti in ciò che non sarai mai.

E chi decide di rimanere?

Chi decide di continuare lo dovrà fare senza “se” e senza “ma”, credendo nella riforma che deve ancora venire, senza timore dei “mogugni” della base e dei “rimbrotti” dei vertici, accettando il ruolo di esecutori di strategie stabilite altrove.

Chi proseguirà dovrà rinunciare alla Democrazia interna, chissà per quanto tempo e senza rimpianti.

Chi rimarrà dovrà lavorare per smentire con i fatti chi ritiene che lo schema di gioco che è stato disegnato sulla lavagna negli spogliatoi prima della partita viene,  spesso per inadeguatezza (o mala fede?), falsato dal  comportamento messo in atto sul campo dai giocatori.

Chi rimane dovrà avere fiducia dei propri  compagni di viaggio e ringraziare quelli che sono rimasti in stazione… o chi  ha impedito ad alcuni personaggi di salire a bordo.

Ognuno decida quello che è meglio… senza “riserve mentali”… con o senza giuramenti

 

Esame di coscienza… – 1^ Parte

Ci sono motivazioni che, a volte, ti portano a restare nonostante tutto e tutti in una precisa organizzazione, specialmente se sei nella veste  di “Volontario” e quindi mai retribuito e, anzi, ti capita pure di anticipare a “Babbo morto”.

Una di questa è la fiducia che riponi nei tuoi Colleghi e nei tuoi Vertici, che diventa “vitale” se la tua associazione sta attraversando una fase di “riforma”.

Ma cosa accade se la Fiducia viene meno?

Sono c.!

Infatti, poiché non si ha fiducia su come si sta gestendo il momento di transizione verso il nuovo assetto dell’Associazione, nonché non condividi i prìncipi organizzativi su cui si andrà a strutturare la futura organizzazione, diventa “vitale” farsi da parte per non essere “complice” e mantenere una certa coerenza.

Proprio perché non vuoi essere un ipocrita si ha voglia di evitare, a differenza di altri, di applaudire al cambiamento e, sotto sotto e con fare furbesco, agire nel segno del “tirare a campare”.

Purtroppo, spesso il cambiamento è imposto con maniera autoritaria, favorendo coloro i quali non sono adatti a gestire una delicata fase di transizione, non per incapacità personale ma semplicemente perché non sono le persone adatta a ricoprire un determinato incarico in un preciso momento storico.

L’errore più grande che fa il Vertice che abbraccia la politica della “gestione autoritaria”, cioè senza consultazione della Base attraverso lo strumento delle elezioni, è quello di far aumentare statisticamente il numero di persone inidonee che vengono da questi “incaricate”.

L’altro errore che la “gestione autoritaria” ed “condivisa a chiacchiere” produce  è quello di far sentire la Base dei Volontari soltanto “bassa manovalanza”, buona a lavorare ma mai chiamata nei momenti cruciali  dell’organizzazione ad esprimere la propria opinione.

Inoltre, molti “Incaricati”, non avendo l’apporto di un Consiglio democraticamente eletto,  mettono a nudo la loro incapacità a svolgere il ruolo di “organo monocratico”, e si cullano di non dover più dare conto alla loro Base, ma solo al “Vertice Supremo”, il quale spesso ha anche una convenienza a non destituirli, salvo gravi irregolarità; ma, purtroppo, l’inadeguatezza al ruolo non è causa di estromissione dall’incarico.

Questo anche perché taluni soggetti, ritenendo oramai i Vertici locali “depotenziati” in quanto non espressione della Base, ma designati dai organismi superiori e, quindi, più sensibili a “pressioni psicologiche”, si sentono in dovere di “sconfinare” nell’esercizio del loro operato e/o di approfittare di quelle “zone grigie” presenti in tutte le fasi di mutamento.

(Continua)