Sulla nostra pelle

«Il problema alla base dei conflitti in sala parto tra il medico di guardia e il medico della paziente sono sempre di natura economica. Purtroppo».

A dirlo è Luigi Selvaggi, direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Bari.

Che i soldi siano l’idolo pagano di molto medici lo sapevo da quando ero in fasce (data l’età il pannolino era un lusso di pochi), ma ammetterlo con un tono come se fosse “una prassi consolidata ed inamovibile”  mi schifa… e parecchio pure.

Alla faccia del Codice di Deontologia Medica

Art. 30
– Conflitto di interesse  –

Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario. Il conflitto di interesse riguarda aspetti economici e non, e si può manifestare nella ricerca scientifica, nella formazione e nell’aggiornamento professionale, nella prescrizione terapeutica e di esami diagnostici e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie, enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione.
Il medico deve:
–  essere consapevole del possibile verificarsi di un conflitto di interesse e valutarne l’importanza e gli eventuali rischi;
–  prevenire ogni situazione che possa essere evitata;
–  dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.
Il medico non deve in alcun modo subordinare il proprio comportamento prescrittivi ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.

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Sulla nostra pelleultima modifica: 2010-09-22T09:12:33+02:00da eug-martello64
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