Un Leader da solo non fa primavera

Oramai i commenti post-voto sulla sconfitta del centrosinistra si vanno moltiplicando e si disperdono nell’aria, portati via dal vento di questa primavera.

Personalmente ritengo necessario affermare, una volta per tutte, una cosa: il centrosinistra, tutto,  ha perso “senza se e senza ma”.

Quindi, serve a poco il comportamento di coloro che, attraverso la filosofia del “celodurismo post-voto”, vogliono rivendicare delle “performance elettorali” personali.

Come anche è troppo semplice praticare lo sport del “senno del poi”, considerato che le decisioni prese, anche quelle sbagliate, sono state assunte a seguito dell’esame di situazioni che si stavano verificando in un preciso momento storico.

Infatti, per fare un esempio, è inutile ripercorre la strada della polemiche sulle primarie, visto che non potremmo avere mai la controprova su un beneficio in ambito locale; questo anche in considerazione del fatto che, in alcuni contesti differenti tra loro come Palermo e Parma, il ricorso alle primarie non è servito ad evitare la sconfitta.

Il tutto non per rinnegare definitivamente le primarie, ma per sottolineare che il ricorso a tale strumento senza riempirlo di contenuti, supportarlo con progetti concreti e condivisi, non è la panacea di tutti i mali del centrosinistra.

Piuttosto, bisogna ripartire ripensando agli errori organizzativi di noi sconfitti, passando da un’attenta analisi dei meriti dei vincitori.

Quest’ultimi, tra l’altro, hanno dimostrato un buon gioco corale con “marcatura a uomo”, tattica scarsamente applicata nel centrosinistra a prescindere dal “premio partita” offerto dall’altra squadra.

Inoltre, dobbiamo valutare, con molta attenzione, un elemento che, secondo me, ha “attutito” la sconfitta e può essere la base su cui ricostruire il centrosinistra tranese.

Mi riferisco ad una Leadership centrata sulle relazioni e sulle persone, dove l’obiettivo era il rispetto delle differenze e la valorizzazione delle singole risorse per tutelare il “bene comune”.

Tale stile di Leadership si è giustamente contrapposto ad un’altro decisamente carismatico, istrionico e centrato sulla figura coinvolgente del Leader, sicuramente di facile successo ma di corto respiro e più lontano dall’animo di un elettore di centrosinistra.

Infine, per ripartire dopo la sconfitta, è necessario anche focalizzare l’attenzione sull’astensionismo, terreno su cui il centrosinistra dovrà essere abile ad offrire valide ragioni per far ritornare gli “assenti” ad interessarsi alla politica.

Inoltre, per riportare questi nostri concittadini al seggio, non servirà solo puntare su ragioni “etiche”, come la considerazione che essendo tutti noi inseriti in una società complessa, dove c’è diversità religiosa, politico, sociale ed economica, il “non-decidere” non è un atto di coraggio ma l’illusione di evitare di guardare in faccia la realtà, fatta di problematiche a cui la Vita di tutti i giorni ci impone di dare sempre una risposta.

Quindi, in sintesi, si deve sempre più praticare la “cittadinanza attiva”, dove i partiti non devono essere “comitati elettorali”, ma mantenere il carattere “associativo e partecipativo” 365 giorni all’anno.

Un Leader da solo non fa primaveraultima modifica: 2012-05-30T17:01:00+02:00da eug-martello64
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “Un Leader da solo non fa primavera

  1. Sulle primarie mi sembra interessante l’esempio di Palermo: il candidato legittimato dalla primarie è stato sconfitto da un altro candidato di centrosinistra. Era già accaduto a Napoli. La sconfitta contro il candidato avversario (centrodestra) è normale, ma la sconfitta contro altri candidati del centrosinistra merita una riflessione sull’efficacia delle primarie. Dovevano essere uno strumento per assicurare la convergenza di tutta la coalizione e così non è.
    Sui partiti sono perfettamente d’accordo. Devono essere strutture aperte al coinvolgimento di persone tutto l’anno. Occorre certo definire un modello, ma credo che si possa fare. Personalmente mi impegnerò in questo.

I commenti sono chiusi.