Non ci resta che attaccarci ad un nome

Il solo fatto che il nuovo Papa (anzi il Vescovo di Roma) abbia scelto il nome di “Francesco“, ha scatenato nei commentatori noti e non un appagamento del desiderio di sobrietà del vivere e di amore verso gli ultimi.

E’ un susseguirsi infinito di auspici unti di semplicità, spontaneità e paternità verso gli umili, dimenticando che tali principi vanno calati nel nostro vivere quotidiano e non in “gesti plateali una tantum“.

Sembra che la sola scelta di un nome ci possa liberare e dispensare dal peccato di aver costruito la società di oggi, basata su logiche politico-economiche che tendono a salvaguardare i più forti a discapito dei deboli e senza voce, che non è detto che siano sempre gli “altri”.

Non è facile quello che ci aspettiamo dal Papa e/o dai Governanti del Mondo, ma quella rivoluzione morale ed economica che auspichiamo ha le radici nell’animo di ognuno di noi.

Siamo pronti ad innaffiare queste radici, anche a discapito dei nostri piccoli e meschini interessi personali?

Nella risposta a questa semplice domanda è racchiusa la felicità delle prossime generazioni, perchè oggi dobbiamo lavorare  solo per loro che saranno in grado di cogliere i “frutti del domani” nati dall’ “agire di oggi”.

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«L’anima attesa» è il titolo del mediometraggio dedicato a don Tonino Bello del regista Edoardo Winspeare

Non ci resta che attaccarci ad un nomeultima modifica: 2013-03-14T10:37:00+01:00da eug-martello64
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