Nuovo Statuto, vecchie delusioni

Dopo l’assalto di ieri che si concluso fortunatamente in una farsa, oggi l’Assemblea Nazionale della Croce Rossa Italiana dovrebbe approvare il nuovo Statuto.

A voler essere “intellettualmente onesto” non posso che esprimere la mia delusione su quanto verrà approvato.

La delusione non nasce da un articolo specifico o dall’architettura organizzativa disegnata nello Statuto, tra l’altro non molto differente da quella precedente, ma per l’assenza di un “Anima riformatrice e partecipativa” che, invece, aveva tanto aleggiato in questi ultimi anni nell’Associazione.

Abbiamo abolito (o demolito?) le componenti (eccetto una) e la loro rappresentanza perché erano “il tappo” delle pontenzialità della “Base dei Volontari”.

L’Anima riformatrice e partecipativa ha convinto tutti che i Volontari non dovevano più essere rappresentati da strutture parallele e in contrapposizione al Vertice del Comitato; quindi, via ogni rappresentatività che non sia il Presidente di Comitato, eccetto per una componente che protetta da una Legge dello Stato continua ad alimentare un “contraddittorio perpetuo” tra i loro Vertici “nominati” e quelli “eletti”.

L’Anima riformatrice e partecipativa doveva ispirare gli  autori della bozza dello Statuto, magari con l’inserimento di strumenti di coinvolgimento dei singoli e attività di  controllo da parte della “Base” sull’operato dei Vertici, ma di questo non c’è traccia.

E poco serve l’Istituto della Sfiducia al Presidente di Comitato da parte dell’Assemblea, sia perché non ha senso limitarlo ad una sola volta nell’arco di mandato che per non aver fatto ricorso allo strumento del referendum, la cui segretezza nel voto avrebbe protetto con più efficacia i Volontari da “pressioni”.

Inoltre, è dannoso per la futura vita associativa non aver inserito nello Statuto le norme per come eleggere il Presidente ed il Direttivo, demandando il tutto ad un Regolamento successivo, lasciando ai Vertici un grande potere decisionale per “delimitare” la rappresentanza delle minoranze.

Lo Statuto è il cuore e la mente di un’Associazione, dove devono essere sanciti diritti e doveri, non può essere solo una serie di “rimandi” a regolamenti e circolari su questioni importanti come la rappresentatività e gli strumenti di controllo da parte dei Soci.

Ma nonostante queste mie critiche, mi auguro che lo Statuto venga approvato perchè la Croce Rossa Italiana non potrebbe reggere un  nuovo Commissariamento.

In passato la Croce Rossa Italiana è sopravvissuta a lunghi periodi di Commissariamento perché, piaccia o no, i Volontari avevano dei propri Vertici democraticamente scelti, forse non i migliori ma erano eletti, che “rappresentavano” le esigenze della Base a chi (il Commissario) spesso non nulla sapeva dell’Associazione che andava a dirigere.

Oggi non sarebbe così, il Commissariamento produrrebbe dei leader incontrasti che si circonderebbero esclusivamente di “proprie persone di fiducia”, in pratica una sorta di “oligarchia del Volontariato CRI”.

Un Commissariamento non consentirebbe alla Base dei Volontari la  possibilità di esprimere dei nuovi leader attraverso il “consenso  democratico”, ma favorirebbe la creazione “in provetta” di pseudo vertici e cloni di chi detiene il potere nell’Associazione. 

Nuovo Statuto, vecchie delusioniultima modifica: 2013-06-22T00:02:58+02:00da eug-martello64
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