Dalla newsletter@civati.it

W la libertà – grazie dal Politicamp

Vorremmo che fossero così, come li abbiamo visti al Chiostro della Ghiara a Reggio Emilia, il 5, 6 e 7 luglio, il Partito Democratico e il Paese in cui viviamo. Un partito e un Paese che vivono all’aria aperta, laddove far incontrare i giovani di oggi e di ieri.
La capacità di incontrarsi e di discutere, di tenere insieme le cose, di studiare i problemi e di proporre soluzioni, sono i punti che tracciano la linea arancione del cambiamento (ve la ricordate, la primavera arancione?). Ci sembrava di averlo intravisto, quel gemello coraggioso e ambizioso del Partito Democratico, proprio come succede in quel film, che dà il titolo alla tre giorni. Un partito che accoglie i giovani e che si interroga su quel che succede in Turchia, una terra alle nostre porte, eppure così lontana. Un partito che non ha paura di confrontarsi al suo interno, perché sa che è solo dalla discussione, e non dai caminetti, che emergono posizioni condivise. Come Fabrizio Barca, Walter Tocci, Andrea Ranieri e Sandra Zampa, a confronto con Giuseppe Civati: schiettamente, apertamente, sul partito che vogliamo. «Quella di Civati è un’ottima candidatura a Segretario: solo il fatto che lui corra costringe gli altri a discutere di contenuti», ha concluso Fabrizio Barca.
(Tutti gli interventi del PolitiCamp sono su youtube. Puoi vederli alla pagina www.youtube.com/giuseppecivati)


 

Un partito puntuale, come la mattina successiva, e che presenta un pacchetto già confezionato di «leggi del cambiamento»: consumo di suolo e gestione dei rifiuti, efficienza energetica, trasparenza della pubblica amministrazione, lotta all’illegalità e alla corruzione. Il tutto, nel contesto di «una più perfetta Unione Europea».
Quando succedono le cose belle, si vuole essere parte. Microfono aperto, perciò, e cinque minuti per ciascuno. Acqua, energie rinnovabili, ricerca, impresa e illegalità, diritti. C’è un po’ di ognuno di noi, in quelle parole appassionate.
Come organizzare tutto ciò, come «dare ragione alla passione»? Ci vuole la scienza, nel senso che abbiamo bisogno di un approccio scientifico e meticoloso. Ed è per questo che ci è stato spiegato come funzionano le dinamiche comunicative, in rete e al bar con gli amici; come si fa il «porta a porta» e cosa può fare ciascuno di noi.

E ancora: piattaforme digitali e strumenti per la partecipazione. Se il cuore sarà sempre la politica, esistono però strumenti che possono aiutarci a migliorare le dinamiche partecipative rispetto a quelle funzionanti attualmente sia nel partito che nel gruppo parlamentare, definito da Renato Soru come «il più grande gruppo misto della storia della Repubblica Italiana».


  
  
  

La domenica è la giornata di tutti quei mondi che vorremmo nel PD –  da OccupyPD a Libera ai Comuni virtuosi – e ai quali non ci siamo mai aperti. Nonostante, molte volte, non vedano l’ora di avere un buon motivo per iscriversi al PD.
E l’economia? Ci siamo scordati l’economia? Tutt’altro. E’, anzi, con coraggio, che una domenica mattina di luglio parliamo di riforma del welfare, reddito minimo garantito e riforma fiscale, per ridare centralità al lavoro. Per davvero.
E’ il 7 luglio, data dell’eccidio di Reggio Emilia, del 1960. E’ il momento di Paolo Nori, con «Noi la farem vendetta. Nori condivide, poi, la sua visione del Partito Democratico perché i presenti sono «pur sempre del Partito Democratico, e questa è la cosa che non capisco tanto bene e mi viene da chiedervi: perché? Perché non fate una roba per conto vostro?».
Cosa ci stiamo a fare qui, e come faremo del PD un posto dove andare? La risposta tocca a Giuseppe Civati che esordisce anch’egli con «noi la farem vendetta»: per Prodi e Rodotà, per le timidezze di questi anni, premessa al governo delle larghe intese. Per quelle persone che si aspettavano una stagione politica diversa. Senza avere nessuno dietro, senza correnti, ma con tanti cittadini davanti. C’è molto da fare, e noi lo faremo tutti insieme. Senza tatticismi. E «se questo va contro le larghe intese, caro Enrico, ce ne faremo una ragione».
 
  

La mattinata volge al termine, e arriva il momento di fare i conti. Ci pensano i ragazzi di Reggio. Le spese le conoscevamo: Materiali e promozione 3.975 €; Service audio-video 3.600 €; Realizzazione web 3.785 €; Spazio bambini 260 €; Noleggio attrezzature 180 €; Ospitalità 350 €, per un totale di 12.150 €. Ma i ricavi sono stati una sorpresa. Solo con le donazioni al banchetto e la vendita di libri, magliette e gadget è stato ottenuto un risultato  fantastico: 100% dei costi coperto. La buona politica paga!

Un caloroso ringraziamento a tutte le persone che hanno partecipato a questo meraviglioso evento.

Crediamo che la politica non possa, né debba vivere di rimborsi automatici. Per raggiungere il nostro obiettivo politico servono tempo, competenze e il sostegno economico da parte di tutti quelli che si riconoscono nel progetto. La nostra campagna continua, continua a sostenerci.
Dalla newsletter@civati.itultima modifica: 2013-07-24T17:00:00+02:00da eug-martello64
Reposta per primo quest’articolo