Cultura della minore ricchezza

(…) E’ probabile che assisteremo allo svilupparsi di una società nevrotica, spaventata dalla crisi del welfare, incapace perciò di guardare con sicurezza al proprio avvenire e mossa da spinte autodistruttive.

Come terapia sociale, occorrerà guardare alla nostra storia, per vedere su cosa si è fondata. Ed è superfluo ripetere che alle nostre spalle c’è un passato di ridistribuzione, quel sistema realizzato dalle democrazie cristiane e dalle socialdemocrazie europee. Che non riuscirà a innescare di nuovo la crescita ruggente all’americana, ma proverà a resistere agli scossoni dell’economia. Nel frattempo, noi europei proveremo a vivere sotto il segno meno: meno ricchezza, meno prodotti, meno consumi. Più poveri, insomma. (…)

(…) Occorre accingersi a costruire una cultura, forse non della povertà, bensì della minore ricchezza. Di un benessere più limitato, e sapendo che questo minor benessere si ripercuoterà su ogni aspetto della nostra vita. (…)

Tratta da “L’economia giusta” di Edmondo Berselli

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Servi della gleba

Proseguono le sponsorizzazioni a Trani per garantire “il minimo indispensabile”.

Dopo la ricerca di benefattori per l’acquisto dei banchi di scuole, ecco che “Nostra Signora Pubblicità” ci aiuterà ad avere un automezzo per la mobilità di Anziani e Diversamente Abili.

In quest’ultimo caso, il Privato farà pubblicità alla propria Impresa e contemporaneamente sarà  aditato come “un benefattore della Collettività”, in pratica due piccioni con una fava.

Qualcuno ha scritto che non bisogna essere “radical chic” ed accettare tutto quello che ci danno gratis, ma il problema non è questo.

Credo che sia necessario iniziare a chiedersi che ruolo deve avere nel III Millennio la “Beneficenza”, se la si deve considerare come valido supporto dello Stato in caso di situazioni critiche ed impreviste (ad es. terremoti), oppure  un sostituto dell’Amministrazione Pubblica che dovrà assicurare ai Cittadini “il minimo previsto della tutela sociale” .

Se fosse quest’ultimo lo scenario che ci aspetta, o che ci stanno costruendo, rischiamo di tornare indietro di alcuni secoli dove l’Aristocrazia, i Padroni Terrieri e la ricca Borghesia Mercantile facevano beneficenza per mostrare al Mondo la loro magnificenza ed anche per “rimarcare” al popolo, discendenti dei servi della gleba, che in caso di necessità non avevano altra speranza che “chiedere grazia” a loro.

Se così sarà, io operaio del III millennio (visto che il mio stipendio da impiegato ha lo stesso potere d’acquisto di un operaio degli anni 70)  corro il rischio, in caso di necessità, di dover andare con il cappello in mano a “chiedere grazia” al Potente e/o Ricco di turno, offrendo la mia devozione e gratitudine…  poi regalare il mio voto diventerà una cosa naturale.

 

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Microcredito

Un comitato per promuovere il microcredito nel nostro Paese e nei paesi più poveri e una direttiva a firma del Presidente del Consiglio per disciplinarne l’attività.

La direttiva è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre e disciplina l’attività del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito. (qui)

 

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