Finanziare gli insediamenti produttivi in aree extraurbane

La Regione Puglia sta per emanare un provvedimento al fine di favorire il trasferimento delle unità produttive esistenti dai centri urbani dei Comuni con popolazione superiore a 40.000 abitanti verso agglomerati industriali o in aree di insediamento produttivo.

Inoltre, con il medesimo atto vorrà favorire la creazione di nuove piccole imprese che intendano localizzarsi in agglomerati industriali o in aree di insediamento produttivo. 

Altre notizie qui.

Un diffuso analfabetismo etico

<<Per combattere efficacemente le mafie e tutto ciò che le alimenta sono necessari, in conclusione, strumenti adeguati: giuridici, investigativi, economici, educativi, sociali, culturali.

Ed è necessario il concorso di tutti: della politica, delle associazioni, delle Chiese, delle amministrazioni, della scuola, dell’università, dello sport, dei sindacati, del’industria.

Ma nessuno cambiamento sarà mai possibile se non partiamo da noi stessi, da una personale assunzione di responsabilità. (…)

(…) Presenti da più di un secolo, le mafie hanno trovato inedite sponde nella “società dell’io” e del narcisismo, nel suo diffuso analfabetismo etico.

Solo costruendo una “società del noi”, solo purificando le nostre relazioni sociali, possiamo sperare davvero di voltare pagina.>>

Tratto da “La speranza non è in vendita”

di Don Luigi Ciotti

C’è un’altra via per le proprietà comunali

Visto che la vecchia Amministrazione Comunale non è riuscita a ripianare i propri debiti mediante l’alienazione di taluni beni comunali, le cui gare sono andate più volte deserte, si dovrebbe avere il coraggio di provare nuove soluzioni.

Per esempio, la Nuova Giunta dovrebbe conferire gli immobili pubblici a società (non i classici “palazzinari”) che, dietro pagamento di una rendita prefissata, siano disposte a riorganizzarlo e a ristrutturarlo, per trasferirlo come abitazione, o come esercizio commerciale, a individui o società.

In pratica: <<l’ente pubblico affida a una società di architetti e progettisti il compito di riqualificare e ristrutturare l’immobile, coinvolgendo nel processo gli utenti finali, alle cui esigenze il progetto deve essere rivolto; questi ultimi si assumono l’impegno finanziario rimanendo comproprietario, pro-quota con l’ente pubblico, dell’immobile.>>

S.O.S. – Sala Operativa Sociale

Ci sono notizie come questa che, con forza, ci ricordano come la crisi economica crea anche un disagio sociale occulto.

Spesso, troppo spesso, veniamo a conoscenza di tali disagi quando è troppo tardi.

Tra i Volontari che si occupano di “primo soccorso sanitario” vige questa regola: frequentemente, il ferito che grida di più non è quello che rischia la vita.

Oggi la stessa regola si potrebbe applicare nel sociale, dove i “soggetti vulnerabili” non sono solo quelli che rientrano nelle c.d. “categorie classiche”, come anziani, disabili ecc. ecc.

Ma è necessario rivedere i criteri di individuazione, definendo gli appartenenti ai “Gruppi vulnerabili” come “le persone o gruppi di persone esposte a situazioni  che minacciano la loro sopravvivenza  o la loro attitudine a vivere  con un minimo di sicurezza sociale ed economica  e di dignità umana

Quindi, adottando tale criterio da cui può scaturire un lungo elenco di  “soggetti deboli”, sarà necessario individuare anche nuovi strumenti per la gestione delle loro problematiche

Per tale motivo, secondo me, l’Amministrazione Comunale dovrebbe rendere attiva h24 una “Sala Operativa contrasto al disagio Sociale“.

In questo modo la S.O.S., operando con la stessa metodologia  utilizzata da una centrale operativa di protezione civile in caso di calamità, metterebbe in condizione l’Ente Territoriale di lavorare “in rete” con tutti i soggetti pubblici e privati impegnati nel sociale e presenti nel suo territorio.

Scopo della S.O.S. sarebbe quello di monitorare costantemente il disagio sociale, individuare i Gruppi Vulnerabili (vecchi e nuovi), progettare gli interventi anche ai fini di reperire i fondi nonché coordinare l’azione nel sociale per evitare spreco di risorse economiche ed umane.

Tutto questo senza centralizzare l’azione e destabilizzare il Terzo Settore, ma amplificando al massimo le potenzialità degli operatori impegnati, con una continua opera di confronto, dialogo e reciproco aiuto.

Biblioteca: una proposta

Prendendo spunto dalle precisazioni della Direttirice della Biblioteca Comunale “G. Bovio”, ripropongo pubblicamente una mia vecchia idea relativa alla custodia dei libri.

Lavorando nel settore della gestione degli archivi cartacei, mi sono sempre chiesto perchè il Comune di Trani non abbia mai indetto una gara per l’affidamento del servizio di “sanificazione, custodia e movimentazione di del proprio patrimonio librario” che non può essere ospitato negli ambienti della Biblioteca.

La custodia di tali volumi comporta, per motivi di legge e sicurezza, che i locali debbano essere provvisti del relativo Certificato prevenzioni Incendi, rilasciato dal comando Provinciale dei Vigili del Fuoco a seguito di constatazione di spazi e impianti adeguati, soprattutto per la segnalazione e lo spegnimento incendio.

Tali ambienti potrebbero essere individuati in edifici di proprietà del Comune, ma data l’attuale situazione del patrimonio immobiliare comunale, avere degli spazi idonei comporterebbe un elevato esborso economico per la ristrutturazione e l’installazione degli impianti, nonché dei tempi molto lunghi per la ristrutturazione completa.

Invece, con il ricorso ad una procedura di gara aperta, al prezzo più basso, il Comune potrebbe affidare in outsourcing il servizio di “sanificazione, custodia e movimentazione dei patrimonio librario”.

In tal modo, giusto i tempi tecnici di espletamento ed aggiudicazione, la Biblioteca di Trani avrebbe ampi ed adeguati spazi per custodire i libri, con la possibiltà di aumentare numericamente il proprio catalogo accettando donazioni di libri da privati ed enti vari.

Infine, non per ordine di importanza, si potrebbero eseguire (finalmente) quella  sanificazione periodica indispensabile per una lunga conservazione del patrimonio librario, oltre che usufruire di un servizio di consegna dei testi richiesti in consultazione presso la Biblioteca o presso il domicilio del richiedente stesso.

Per non parlare della possibilità di realizzare nuovi servizi, questa volta a pagamento, magari d’estate (giorno e notte).

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N.B. Nel programma del Candidato Sindaco Ugo Operamolla è previsto anche il ricorso all’outsourcing a tutela del patrimonio archivistico e bibliotecario.

Questo Post è stato già pubblicato il 31 Marzo 2012

Codice di autoregolaBLOG

Visto che ho fatto una propaganda elettorale in controtendenza, voglio esagerare.

In assenza di “par condicio” su internet, mi metto delle regole:

1) dalla chiusura della campagna elettorale e fino a lunedì prossimo alle 15:00, su questo blog non verranno pubblicati post di propaganda;

2) su Facebook e Twitter solo post divertenti ed “apolitici”o informativi, sempre fino alle 15 di lunedì prossimo.

Basta, credo che sia il minimo da parte mia per contribuire a disintossicarsi da questo “marketing elettorale” da basso profilo che ha imperversato sui vari profili e nei gruppi.

 

Un Albergo “diffuso” a Trani

A pagina 9 del Programma del Candidato Sindaco Ugo Operamolla, la cui versione integrale si può trovare qui, tra le proposte per il Turismo si indica la “promozione del c.d. Albergo diffuso”.

Ma cos’è l’Albergo diffuso?

Un pó casa e un pó albergo, per chi non ama i soggiorni in hotel; questa é in poche parole la nuova forma di ospitalità che prende il nome di Albergo Diffuso.

Le sue componenti sono dislocate in immobili diversi, che si trovano all’interno dello stesso nucleo urbano.

L’aggettivo “diffuso”, denota dunque una struttura orizzontale e non verticale come quella degli alberghi tradizionali, che spesso assomigliano ai condomini.

L’Albergo diffuso si rivolge ad una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a vivere a contatto con i residenti, più che con gli altri turisti e ad usufruire di normali servizi alberghieri, come la colazione in camera od il servizio ristorante.

L’albergo diffuso si é rivelato particolarmente adatto per valorizzare borghi e paesi con centri storici di interesse artistico od architetonico, che in tal modo possono recuperare e valorizzare, vecchi edifici chiusi e non utilizzati ed al tempo stesso possono evitare di risolvere i problemi della ricettività turistica con nuove costruzioni

(Tratto dal sito dell’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi)

Il 28 marzo scorso la Regione Puglia ha approvato il Regolamento attuativo che rende operativa la Legge regionale 17/2011 sull’albergo diffuso.

 

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Post già pubblicato il 18/04/2012

I mediatori sociali di strada

Tra le proposte sul Sociale, inserite nel programma del Candidato Sindaco Ugo Operamolla e della Coalizione, vi sono i “mediatori sociali di strada”.

Tale  personale qualificato sarà una sorta di “vigile di quartiere”, che saranno presenti sul territorio e potranno entrare in contatto direttamente con quelle persone “senza fissa dimora” o “di passaggio”.

In questo modo si potrà agevolmente fornire a costoro l’indicazione dei luoghi dove mangiare, lavarsi e dormire, evitando il “bivacco” nelle piazze, nelle strade cittadine e negli edifici abbandonati, nonché essere un deterrente per il fenomeno dell’accattonaggio.

Inoltre, i mediatori sociali di strada potranno diventare un “riferimento” per quelle persone che evitano, per svariati motivi, le figure ufficiali preposte (come gli assistenti sociali) o le forze dell’ordine, oppure non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto.

Infine, è da evidenziare che tali figure professionali saranno a disposizione dell’intera comunità, senza distinzione di nazionalità e religione.

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Post già pubblicato il 26/03/2012